Mezza giornata nella BRIXIA ROMANA
Furono i Galli Cenomani ad insediarsi per primi nel nostro territorio, facendo di Brescia, la loro capitale.
A loro dobbiamo con tutta probabilità l’origine del nome di Brescia. Il colle Cidneo ispirò il nome ch’essi diedero alla nostra città. Bric o briga (radici celtiche che significano monte, altura), sono infatti la base semantica su cui si costruì con ogni probabilità il nome Brixia, antenato già latino di Brescia.
I Cenomani furono i soli Galli ad essere alleati della Repubblica Romana.
A Brescia venne concesso il diritto latino nel 89 a.C., ed in seguito (nell’anno 49 a.C.),
la cittadinanza romana.
L’imperatore Ottaviano Augusto nel 27 a.C. elevò la città a Colonia Civica Augusta Brixia. Nel 73 d.C. Flavio Vespasiano ordina la costruzione della struttura forse più nota e vicina al cuore dei bresciani: il Capitolium (cioè il tempio Capitolino).
La Brixia Romana raggiunge, intorno al 96 d.C., la massima espansione demografica (circa 9.000abitanti). Nel I sec. a.C. la città venne strutturata, sul modello del accampamento militare in un quadrilatero dove le vie si incrociavano perpendicolarmente. Esse si sviluppavano a partire dal decumano e dal cardo massimo.
Le strade incrociandosi delimitavano isolati quadrangolari denominati insulae, sicché la città assumeva l’aspetto di una scacchiera, ancor oggi rispettato e chiaramente leggibile nelle fotografie aeree.
In età imperiale, Brescia venne circondata da una cinta muraria, con scopo difensivo.
Nelle mura che cingevano Brixia si aprivano sei porte: la Milanese (Porta Bruciata), la Paganora a sud ovest, la Cremonese, la Torlonga (verso Mantova), la Veronese, la Porticula (Sant’Eusebio).
Il cuore della città romana era la Piazza del Foro.
La scoperta della Brixia Romana comincia quando si raggiunge Via Musei (Decumano Massimo dell’epoca romana) e ci si reca al MUSEO DI SANTA GIULIA.
È il cosiddetto Museo della Città, dove si può ripercorrere la storia di Brescia Romana e si vedranno reperti come la Vittoria Alata o sezioni inaspettate come le Domus dell’Ortaglia.
Ci sono Mosaici nelle molteplici forme, testimonianze legate al Culto dei Morti o ricostruzioni multimediali, che ci immergono totalmente nella vita di duemila anni fa.
In Piazza del Foro, ci sono i resti del Tempio Capitolino, resti del teatro e resti del portico laterale. Sono stati riportati alla luce, in seguito a scavi, a partire dal 1824.
Il Tempio Capitolino, inaugurato nel 73 d.C., venne costruito per interessamento dell’Imperatore Vespasiano, come già ricordato.
Sopraelevato rispetto al livello di calpestio, si presenta con un avancorpo e diviso in tre celle, con quella centrale, più ampia, dedicata al culto di Giove, e le altre due, di Giunone e Minerva.
- Integrando il biglietto del Museo di Santa Giulia, si può vedere l’interno del Tempio Capitolino insieme all’interno della cella affrescata del Santuario Repubblicano, e si può vedere anche l’interno del Teatro Romano.
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